Irene Ranalletti |
Ciò che attrae di più il pubblico in una partita è di certo il fatto che la palla stia in aria. La difesa strappa applausi, a volte più di un attacco, e secondo Irene Ranalletti, docente regionale della Lombardia, si svolge senza palla. <L'80% della difesa, di un'area non di un punto, si svolge prima dell'impatto vero e proprio con la palla. Si legge si valuta, si interpreta e ci si posiziona. Il tuffo, il movimento è la risposta a una situazione straordinaria, imprevidibile. E' un fondamentale che ci permette di sviluppare l'anticipazione motoria, per questo spero che venga insegnato già in età precoce, anche se dall'altra parte della rete difficilmente si attacca. Mi ricordo quando giocavo che io arrivavo dalla ginnastica artistica e guardavo una mia compagna di squadra un po' cicciottella. Io strappavo l'applauso con la difesa acrobatica ma lei era sempre perfettamente piazzata e non aveva bisogno di andare per terra (il saper andare per terra però dà un po' di tempo in più per gestire la palla): fin da piccoli bisogna abituare i giovani a andare per terra a avere un buon contatto con il suolo>. Molti sono i parametri che influenzano la difesa. <Devo memorizzare ciò che succede e che è successo, che palla ha attaccato lo schiacciatore prima. La palla è vicina alla rete, lontana, lo schiacciatore è basso con buona manualità, è alto, salta tanto...>. Ma la difesa è un fondamentale di squadra. <Devo lavorare su un modulo standard che però poi si deve adattare alla situazione in campo: Pur giocando in una squadra la lettura è individuale ma correlata alle compagne. Bisogna portare la squadra avere una lettura comune della fase di gioco che si sta sviluppando>. Molto importante è lo spostamento. <In ogni istante in cui cerco di raggiungere la posizione di difesa deve essere possibile modificare la posizione. Questo perchè se cambia la situazione devo poter modificare la mia posizione: da imitare nel basket lo scivolamento nelle marcature>. L'allenatore può dar indicazioni ma in campo ci vanno le atlete. <Posso dare dei suggerimenti ma le ragazze sono in campo e valutano la situazione di gioco che si è formata e devono reagire. Mi piace creare atlete che pensano. Per questo motivo appena ho un buon feedback da un esercizio, 60% di risultati positivi, mi piace cambiare e renderlo più difficile, inserire delle difficoltà: mi piacciono le ripetizioni cognitive>.
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